Cronologia

1955-1977

1955-1977

1955

Durante un viaggio in Spagna Niki de Saint Phalle scopre l’opera di Antoni Gaudí e ne sarà fortemente influenzata; in particolare, il Parc Güell a Barcellona ha grossa importanza nell sua decisione di costruire un suo giardino di sculture, ispirandole inoltre a fare di materiali diversi ed oggetti trovati gli elementi principali della sua arte.

1960-1961

Niki de Saint Phalle visita assieme a Jean Tinguely il Palais idéal di Ferdinand Cheval; lui, un portalettere, aveva costruito a Hauterives (Drôme, Francia centrale) un palazzo seguendo le immagini della sua fantasia naif. Più tardi sarà Tinguely a portate i Nouveaux Réalistes in sede per conoscere la costruzione di Cheval.

1962

Saint Phalle e Jean Tinguely intraprendono un viaggio in California; visitano i Watts Towers di Simon Rodia a South Los Angeles.

1966

Saint Phalle lavora assieme ad altri al progetto Hon, per conto del Moderna Museet a Stoccolma. La gigantesca scultura suscita scalpore in tutto il mondo intensificando il desiderio di Niki de Saint Phalle di creare un suo proprio giardino di sculture. A Stoccolma Saint Phalle e Jean Tinguely conoscono il giovane artista svizzero Rico Weber, che sarà il loro assistente e collega per tanti anni giocando un ruolo importante nella realizzazione del Giardino dei Tarocchi.

 

 

 

1972

Niki de Saint Phalle dà il via alla collaborazione con lo specialista di lavori in poliestere Haligon, che per lei produrrà sculture di grosso formato e dei multiples.

1974

A giugno Saint Phalle crea il modello per la Fontana-di-Nana che nel 1990 sarà ingrandito e nel marzo del 1993 troverà collocazione nel Giardino dei Tarocchi.

Dopo il ricovero all’ospedale per un ascesso ai polmoni, causato dal pluriennale lavoro col poliestere, Saint Phalle soggiorna a St. Moritz per un periodo di convalescenza. Là rincontra Marella Caracciolo Agnelli che nel 1950 ca. conobbe a New York. Saint Phalle esprime all’amica il suo sogno di creare un giardino di sculture le quali si dovrebbero basare sulla simbologia delle carte dei tarocchi. In seguito i fratelli di Marella, Carlo e Nicola Caracciolo, le metteranno a disposizione un terreno della loro proprietà a Garvicchio in Toscana ove realizzare il suo sogno. Il progetto del Giardino dei Tarocchi occuperà per ben vent’anni il pensiero e la forza creativa di Niki de Saint Phalle.

1975-1977

Saint Phalle ritorna per un periodo piuttosto lungo nelle montagne svizzere ove lavora alla progettazione del suo giardino di sculture; concepisce come figure che dovrebbero popolarlo quali espressioni figurative di simboli accenni ed energie dei tarocchi.

Nel 1977 Ricardo Menon diventa il suo assistente per I prossimi dieci anni.

Palais Idéal du Facteur Cheval, 31 dicembre 1961 (Larry Rivers, Clarice Rivers, John Ashbery, Niki de Saint Phalle, Jean Larcade)Foto: © sconosciuto Niki de Saint Phalle a Park Guëll, Barcelona, 1955. Foto: © sconosciuto

1978-1980

1978-1980

1978

Niki de Saint Phalle dà il via ai lavori per il suo Giardino dei Tarocchi sulla proprietà terriera di Carlo e Nicola Caracciolo, a Garavicchio nel Sud della Toscana. Elabora i primi modelli che si basano sull’Arcana Maggiore dei Tarocchi e anticipano le mega-sculture del suo giardino.

A Parigi conosce Pierre Marie Lejeune nel cui studio-bottega vengono prodotte le sue stampe e sculture; assegna a lui l’incarico di pitturare assieme a lei le sculture per la fontana Stravinsky a Parigi.

1979

Niki de Saint Phalle trascorre la maggior parte del suo tempo in Toscana. Il terreno sarà pulito e disboscato, e saranno messe delle fondamenta. Per i sucessivi dieci anni Saint Phalle sarà impegnata prevalentemente nella costruzione del suo Giardino, ottenendo l’aiuto di numerosi suoi amici e seguaci.

Ugo Celletti, un postino, comincia nel 1979 a lavorare per il Giardino dei Tarocchi; e, come scrive Saint Phalle “per primo tracciò dei sentieri in pietra, poi applicò delle reti di filo di ferro sulle costruzioni di ferro che erano state spruzzate di cemento. Tempo dopo Ugo mi chiese di mettere alla prova la sua abilità di rivestire le sculture con tesserre di vetro per specchi dimostrandosi un vero poeta in questo tipo di mosaico”. Nel corso del tempo nemerosi abitanti del luogo lavorarono per il Giardino; oltre a quelli qui nominati che daranno dei contributi notevoli, vi saranno altri aiutanti di ambedue i sessi.

La Galleria Gimpel & Weitzenhoffer a New York organizza un’esposizione con modelli e fotografie dei progetti architettonici di Niki de Saint Phalle; l’esposizione itinerante fa tappa in numerose città americane.

1980

In aprile Saint Phalle comincia a costruire le sue prime sculture architettoniche per il Giardino dei Tarocchi, la Papessa e il Mago: per prima la Papessa che rappresentò creatività e forza femminili. Tra il 1980 e il 1982 Jean Tinguely e il suo team svizzero – Rico Weber e Seppi Imhof – sono a saldare le costruzione di ferro per questo primo gruppo d’opere delle quali fa parte anche l’Imperatrice (la Sfinge).

Pierre Marie Lejeune visita per la prima volta il Giardino dei Tarocchi. A Niki de Saint Phalle viene l’idea di rivestire le sue opere con tessere musive di ceramica e di vetro per spechi. Pierre Marie collabora con lei per anni. Durante i suoi viaggi attraverso Polonia, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Belgio, Italia e Stati Uniti è sempre alla ricerca di nuovi materiali e tecniche. Certi elementi li fa produrre secondo le indicazioni di Saint Phalle; sviluppa una tecnica per rivestire le sculture con dei mosaici; incarica sua moglie Isabelle Dunoyer de Segonzac di dirigere la bottega del mosaico. Saint Phalle gli dà carta bianca per progettare panchine, arredi ed altri elementi per il Giardino.

Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely nel luogo dove sorgerà il Giardino dei Tarocchi, circa 1979. Foto: © Laurent Condominas Saldatura dell’armatura di ferro Foto: Rico Weber / © Etat de Fribourg Suisse / Musée d’art et d’histoire Fribourg Suisse

1981-1982

1981-1982

1981

Niki de Saint Phalle prende in affitto una casetta nelle vicinanze del Giardino dei Tarocchi; dalle fattorie circostanti assume del personale che dovrà aiutarla a realizzare questa sua impresa immane. Il successo del progetto è dovuto in maniera decisiva al lavoro pluriennale di lei. Il Giardino dei Tarocchi continua a crescere.

L’artista olandese Dok van Winsen incontra Saint Phalle ad Amsterdam e collabora in seguito con Jean Tinguely (e Niki) alla scultura il Cyclop. Alla fine del 1981 approda per la prima volta a Garavicchio.

1982

Dok van Winsen si unisce al team e si accolla il lavoro di Tinguely: la saldatura delle costruzioni di ferro e delle sculture. “Grazie allo sguardo di educazione ‘medievale’ di Jean Tinguely e di Dok van Winsen l’ingrandimento dei miei modelli funziona alla perfezione”, scrive Saint Phalle. “Tutte le armature delle sculture monumentali sono formate a barre di ferro e saldate grazie alla forza muscolare del team.”

 

Anche Tonino Urtis si unisce al Team, per dare una mano a Dok van Winsen nei lavori di saldatura delle prime opere di Jean e del suo team svizzero: la Papessa, il Mago, l’Imperatore, ed altrettanto il Sole e l’Albero della Vita. Tutte queste sculture nascono contemporaneamente, poiché Saint Phalle ama lavorare a più progetti in simultanea. Alla fine dell’anno i lavori hanno raggiunto un livello tale da permettere di eseguirvi le applicazioni di cemento.

Per incarico della Jaqueline Cochran Company Niki crea un profumo che porta il suo nome; le vendite servono in parte per finanziare il Giardino dei Tarocchi. Per contenere il profumo crea un flacone in oro e blu e sopra, a mo’ di pomello, due serpenti di vetro colorato aggrovigliati.

Niki de Saint Phalle si ammala d’artrite reumatica e ne soffrirà fino alla fine della vita.

Armatura di ferro di L’Imperatrice, Il Mago, and La Papessa. Foto: © Giulio Pietromarchi Saldatura dell’armatura di L’Imperatrice . Foto: Rico Weber / © Etat de Fribourg Suisse / Musée d’art et d’histoire Fribourg Suisse I membri della squadra con la gru mentre si preparano a sollevare Il Sole. Foto: © sconosciuto

1983

1983

1983

Niki de Saint Phalle si trasferisce nella scultura monumentale dell’Imperatrice che ha la forma di una sfinge e fungerà per i prossimi sette anni da atelier e abitazione, periodo questo in cui lavora intensamente alla rifinitura del Giardino. Decide di utilizzare per il rivestimento delle sculture accanto alle tessere di vetro per specchi e di vetro anche quelle di ceramica. Il suo amico e assistente Ricardo Menon le fa conoscere Venera Finocchiaro, una docente ceramista di Roma. “Venera doveva diventare la ceramista del Giardino, si stava immergendo completamente nel suo mono”, scrive Saint Phalle. “Lei viveva nel Giardino e soddisfaceva il mio desiderio di creare oggetti nuovi di zecca, mai esistiti prima nell’arte della ceramica. I suoi bellissimi lavori parlano da sé”.

Dok van Winsen aiutato da Tonino Urtis salda il secondo gruppo di sculture architettoniche: il Castello (l’Imperatore), la Torre, il Papa, la Giustizia (ad eccezione delle braccia della bilancia che Urtis produce in un secondo momento di ferro) e la cappella dentro la quale originariamente vi si trovava l’Impiccato. Dopo che Tinguely subisce un attacco al cuore, Saint Phalle promette solennemente, di far costruire in suo onore una piccola cappella qualora lui guarisca; cosicché l’Impiccato sarà collocato nell’Abero della Vita. Dok van Winsen comincia i lavori per il Papa (a dire di Saint Phalle “la scultura preferita di Jean in tutto il Giardino”) che Tinguely poi porterà a termine.

Terminati i lavori di saldatura, le sculture saranno coperte di un secondo strato di ferro sul quale saranno applicati due strati di rete metallica. Non appena terminata la costruzione di ferro delle sculture achitettoniche, viene incaricata De Villa, un’impresa specializzata di Ventimiglia, per eseguire i lavori di cemento armato. De Villa applica un primo strato di revestimento. Dopodichè l’interno dell’Imperatrice avrà un rivestimento di materiale isolante e una rete metallica. Sopra uno strato di catrame a protezione dell’Imperatrice dalla pioggia De Villa applica un ultimo strato di cemento bianco.

Nel Giardino sarà costruita la Forza (il Drago) con il ferro e il cemento e sarà poi coperta con un mosaico. Dok van Winsen comincia i lavori di saldatura e vi fa ritorno più volte a questa scultura, a seconda delle idee mutevoli di Niki de Saint Phalle sul rivestimento in mosaico. Nel 1989 la scultura della Forza sarà completata.

Saint Phalle realizza un modello per la Luna (n. XVIII).

Tra il 1983 e il 1984 Tonino Urtis pone in opera il primo mosaico per la mano del Mago.

Gérard Haligon e Pierre Marie Lejeune pitturano il Sole nell’estate del 1983; questo è il primo lavoro di Pierre Marie Lejeune nel Giardino. Tra il 1983 e il 1995 quattro, cinque volte all’anno egli visita il Giardino dei Tarocchi e vi si trattiene ogni volta una settimana; tra il 1995 e il 2002 le sue visite si diradano.

I membri della squadra mentre si preparano a spruzzare il cemento, Dicembre 1982. Photo: © sconosciuto Armatura in ferro e cemento degli interni di L’Imperatrice , 1983. Foto: © Giulio Pietromarchi L’Imperatrice con cemento e lo strato di catrame. Foto: © Dok van Winsen

1984-1985

1984-1985

1984

Marco Iacotonio comincia la sua attività nel Giardino dando al cemento l’ultimo ritocco. Tra il 1984 e il 1987 Niki de Saint Phalle trascorre la maggior parte del suo tempo nel Giardino dei Tarocchi; un gran numero delle sue opere principali si trovano già in avanzato stato di completamento.

Pierre Marie Lejeune e Gérard Haligon creano il modello del serpente ai piedi della Papessa e producono le prime ceramiche e le applicano con la creta direttamente sul cemento; le ceramiche provengono dalla produzione di Venera Finocchiaro.

A settembre Saint Phalle crea i modelli per la Temperanza (n. XIV) e per la Morte (n. XIII) così poco dopo per la Scelta (gli Amanti) (n. VI). Tutti e tre sono poi fusi in poliestere per mano di Robert Haligon e dei figli Gérard e Olivier.

Per le sculture architettoniche ancora non completati (l’Imperatore, la Torre, il Papa, la Giustizia) si dà il via ai lavori in cemento. Il team di Niki de Saint Phalle adesso è pratico delle tecniche di lavoro lavorando dalla mattina alla sera. Si compra un piccolo forno di cottura elettrico. Tessere di ceramica prodotte in sede saranno applicate attorno alla bocca della Papessa. Gli occhi e il viso del Mago sono formati da pezzi di vetro per specchi. Per la cottura sono responsabili prima Toni van Winsen, la moglie di Dok van Winsen, e poi Venera Finocchiaro la quale assieme a Saint Phalle crea tutte la ceramiche a tuttora presenti nel Giardino. Si acquistano altri due forni di cottura; quindi si può giustamente affermare che tutte la ceramiche sono state prodotte in sede.

Il lavoro per il mosaico con tessere di vetro per specchi per l’esterno della Torre ha inizio tra il 1984-1985.

 

 

Al tempo stesso sono prodotti il grosso serpente della Papessa e il viso del Mago.

Opere basate sulle figure da tarocchi di Niki sono esposte nelle gallerie Gimpel Fils a Londra e Gimpel & Weitzenhoffer a New York.

1985

Jean Tinguely costruisce il macchinario per la Torre di Babele: la scultura di ferro saldato (300 x 400 cm) dal nome di Eos è dotata di un motore elettrico, simboleggia l’ira di Dio. Altri macchinari creati da Tinguely per il Giardino dei Tarocchi sono la Fontana della Fortuna (una variante della Ruota della Fortuna), una scultura di ferro saldato nel 1988 con un motore elettrico nel bacino d’acqua dinanzi alla Papessa, e l’Ingiustizia – una scultura saldata composta da ferro , oggetti trovati, lamadari e motori elettrici che sarà collocato all’interno della Giustizia e protetta da un lucchetto gigantesco (n. VII). La strada d’accesso porta l’insegna “Jean Tinguely ha imprigionato ingiustamente l’ingiustizia all’interno della giustizia e ne ha chiuso saldamente la porta.”

Dopo averne creato i modelli nel 1984, la Temperanza a febbraio e la Scelta (gli Amanti) a marzo vengono fuse in poliestere, un lavoro eseguito da Robert Haligon & Fils. In aprile si produce il modello per il Diavolo.

1985 e 1986 cominciano il lavori per i mosaici in vetro per specchi e di ceramica per l’Imperatice (capelli in mosaico di vetro per specchi blu), la Papessa, la Fontana (scala esterna), il Mago (viso e scalini) e il Papa (Primi mosaici).

I membri della squadra stampaggio ceramiche al serpente della La Papessa. Foto: © Dok van Winsen I membri della squadra applicano mosaico di specchi su La Torre di Babele. Foto: © Giulio Pietromarchi Jean Tinguely lavora sulle saldature La Ruota della Fortuna. Foto: © Sconosciuto

1986-1987

1986-1987

1986

Niki de saint Phalle trascorre quasi l’interno anno nel Giardino dei Tarocchi; ulteriori sculture vi trovano posto. Ricardo Menon fa conoscere Marcelo Zitelli a Saint Phalle; egli diventa il suo assistente e importante collaboratore. Il mosaico a tessere musive di vetro per specchi destinato per l’esterno della Torre sarà concluso tra il 1986-1987.

Claudio Celletti inizia il suo lavoro nel Giardino dei Tarocchi.

Tra il 1987 e il 1993, anni in cui Saint Phalle trascorre nuovamente più tempo a Parigi, crea tante opere minori per il suo Giardino, tra le quali la Morte, l’Ermita, il Folle, il Diavolo, il Carro, l’Impiccato, l’Oracolo, il Saggio, il Mondo, la Stella, la Conversazione, il Sedile dei Serpenti. In marzo Saint Phalle elabora in base al modello del 1983 una versione più grande (300 cm) della Luna (n. XVIII). In seguito considerata ancora troppo piccola, tra il 1992-1993 sarà sostituita da un formato ancora più grande (500 cm).

Il Papa e la Giustizia vengono ultimati tra il 1987-1988.

Niki de Saint Phalle chiede a Pierre Marie Lejeune di costruire delle panchine attorno alla fontana ai piedi dell’Imperatrice (Sfinge). Egli le propone di creare un piccolo anfiteatro con sedili nella roccia stessa; e con l’aiuto dei laboriosi membri del team questo progetto sarà posto in opera.

La Galleria Bonnier a Ginevra espone “Ultimi lavori” di Niki de Saint Phalle, tra cui edizioni limitate di opere basate sulle sculture del Giardino dei Tarocchi: plastiche colorate e bassorilievi in poliestere, ceramica e vetro, serigrafie nemerate oltre a vasi figurativi e colorati in poliestere. Gli incassi servono per finanziare la costruzione del Giardino dei Tarocchi.

Modelli della Luna e La Scelta Gli Innamorati all’interno L’Imperatrice . Foto: © Sconosciuto Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely con Le Monde a La Commanderie, Francia. Foto: © Laurent Condominas Membri della squadra che applicano gli specchietti a mosaico Il Papa, Novembre 1986. Foto: © Giulio Pietromarchi

1988-1989

1988-1989

1988

In base al modello realizzato nel settembre 1984, a gennaio Niki de Saint Phalle produce assieme al suo assistente Marcelo Zitelli la scultura della Morte (n. XIII). L’Eremita (n. IX) sarà realizzata in creta a giugno. Entrambe le figure saranno poi fuse da Haligon in poliestere.

Il Mago (n. I) e la Papessa (n. II) sono portati a termine tra il 1988-1989. Il lavoro è concentrato adesso sull’Imperatrice (n. III) e , in seguito sull’Imperatore (n. IV).

Vivere nel “Grembo di sua Madre” ovvero all’interno dell’Imperatrice (Sfinge) Saint Phalle lo considera motivo troppo condizionante, per cui costruisce in un posto appartato del Giardino uno studio in stile di loft newyorkese. 1988 vi trascorre una parte del suo tempo, prima di trasferirvisi definitivamente.

1989

Alessia Celletti comincia a lavorare nel Giardino dei Tarocchi.

Ricardo Menon muore d’AIDS; Niki resta molto colpita dalla sua morte. In memoria di Ricardo modella la scultura il Gatto, per avere un eterno ricordo di lui all’interno del Giardino. In quegli anni Niki de Saint Phalle perde tanti amici, tutti stroncati dall’AIDS.

Quando si dedica alle sue opere, le esperienze nel Giardino dei Tarocchi sono decisive per Saint Phalle e il suo modo di comportarsi con i materiali, in particolare con i mosaici multicolori di tessere musive di vetro per specchi e di ceramica. Nel gennaio del 1989 progetta il Mondo (n. XXI) che Haligon & Fils poi lo eseguiranno in poliestere; una versione in mosaico sarà posto nel Giardino dei Tarocchi. Del modello del Diavolo, fatto in aprile 1985 (n. XV), Saint Phalle, a febbraio, ne elabora una versione più grande. In agosto e novembre a Parigi crea, assieme al suo assistente Marcelo Zitelli i modelli del Folle (n. 0) e dell’Impiccato (n. XII) in creta.

Su suggerimento di Saint Phalle Pierre Marie Lejeune costruisce un sentiero di cemento che decora con dei geroglifici ed altri segni e simboli.

La Forza (il Drago) è conclusa.

Niki de Saint Phalle e Venera Finocchiaro all’interno dello studio. Foto: © Laurent Condominas Niki de Saint Phalle dipinge Chat de Ricardo, 1989. Foto: © Laurent Condominas Niki de Saint Phalle che incide il percorso in cemento. Foto: © Laurent Condominas

1990-1995

1990-1995

1990

A settembre nasce, secondo il modello del giugno 1974, una versione ingrandita della Fontana-di-Nana. L’Impiccato (n. XII) sarà installato a novembre all’interno dell’Albero della Vita; nello stesso mese sarà posizionato il Diavolo (n. XV).

Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta Niki de Saint Phalle trascorre sempre meno tempo nel Giardino. Lo stesso però si sta sviluppando, e al contempo aumenta la necessità di manutenzione dell’impianto e delle singole sculture. Tra il 1992-1993 ha inizio il restauro delle sculture; trovano impiego nuove tecniche di incollaggio (utilizzando silicone per pezzi di vetro e silicone per specchi). Nel frattempo, Saint Phalle si adopera a trovare per il progetto Giardino una base legale.

1991

In agosto a Berna muore Jean Tinguely.

Le condizioni di salute di Niki peggiorano, ma si adopera ugualmente per la fondazione di un Museo Tinguely con sede a Basilea; là nasce l’amicizia con Mario Botta.

A novembre il Folle (n. 0) sarà collocato nel Giardino. Come in un vagabondaggio già diverse volte aveva cambiato posto e lo farà anche in futuro…

 

1992-1993

Una nuova e più grande (500 cm) versione della Luna (n. XVIII) sarà modellata.

1993

A marzo il Piatto Fontana (ovvero Fontana-di-Nana) sarà collocato nel Giardino dei Tarocchi, a giugno lo segue la Luna (n. XVIII).

1994

Per motivi di salute Niki de Saint Phalle si trasferisce a La Jolla, California, ove vivrà per i prossimi otto anni. Organizza il suo atelier in modo da potervi lavorare la pietra, il vetro e il vetro per specchi, materiali questi che al posto dei colori acquistano una sempre maggiore importanza nell’elaborazione delle sue sculture. Pierre Marie Lejeune si reca più volte in California alla ricerca di materiali adatti e per installarvi una bottega per mosaici.

1995

Giampiero Ottavi comincia il suo lavoro da giardiniere nel Giardino dei Tarocchi. Pierre Marie Lejeune progetta e realizza mobili in ferro e vetro. Tra il 1995 e 1996, sono completati quasi tutti i mosaici per le sculture.

Pallas Athéna e Thoëris all’esterno dello studio , 1990. Foto: © Laurent Condominas Squadra che lavora sul pavimento di the L’Imperatore. Foto: © Sconosciuto Mario Botta e Niki de Saint Phalle nel suo studio a La Jolla 1994. Foto: © Julie Bubar

1996-2002

1996-2002

1996-1998

La “Anti-Boutique”, ideata da Pierre Marie Lejeune, e cosi anche gli arredi, saranno installati da lui con l’aiuto del team. Il 4 agosto 1997 a Roma vide la luce la Fondazione “Il Giardino dei Tarocchi”.

Nel 1997 Stefano Mancini diventa l’amministratore del Giardino dei Tarocchi succedendo a Gigi Pecorano, responsabile in passato di questioni amministrative. Mario Botta disegna il padiglione d’ingresso al Giardino. “Chiese al mio amico, l’architetto Mario Botta di creare l’ingresso al Giardino dei Tarocchi in contrasto con l’interno del Giardino”, scrive Saint Phalle. “Mario costruì uno spesso muro di recinzione simile ad una fortezza, che aveva un aspetto ‘maschile’, utilizzando la bella pietra locale, e in questo modo l’esterno e l’interno furono ben distinti. Per me il muraglione di Mario è una protezione come lo è il drago che nelle favole è il custode del tesoro.” Il Giardino dei Tarrochi, che già in passato aveva attirato visitatori, sarà inaugurato ufficialmente il 15 maggio 1998 per il gran pubblico.

1999-2001

Attorno al 2000 Tonino Urtis intraprende due viaggi negli Stati Uniti per insegnare le tecniche della ceramica al nuovo team di Niki nella California del Sud, necessaire per il suo ultimo progetto Il Cerchio Magico della Regina Califia.

2002

Fabio Mancini incomincia il suo lavoro nel Giardino dei Tarocchi; Massimo Menchetti si unisce a lui nel 2004.

Niki de Saint Phalle pur essendosi trasferita negli Stati Uniti non ha abbandonato il suo Giardino dei Tarocchi. Sta progettando un labirinto, per il quale si dovrà disboscare un appezzamento di terreno per impiantarvi pali di metallo. Il 21 maggio 2002 Niki de Saint Phalle muore all’età di 71 anni a La Jolla, California. Secondo le sue ultime volontà la progettazione Giardino dei Tarocchi dovrà avere fine al momento della sua morte.

L’8 di luglio 2002 la Fondazione “Il Giardino dei Tarocchi” sarà riconosciuta ufficialmente da parte delle Regione Toscana.

Costruzione all’esterno dell’ingresso disegnato da Mario Botta. Foto: ©sconosciuto Panoramica del Giardino dei Tarocchi. Foto: © Laurent Condominas